Riflessione da illustratrice

Manca ancora un po di tempo ma credo che buona parte degli illustratori stiano già pensando alla Fiera di Bologna.
E comunque si è da poco conclusa quella di Montreuil, di quest'ultima vorrei parlare oggi.
La fiera del 2012 è stata la mia quinta volta consecutiva a Montreuil.
La prima volta ci sono andata come un pioniere mossa dalla schietta curiosità di vedere un mondo altro, avevo la mia cartellina, il mio progettino scemo e 2 appuntamenti con 2 case editrici presi attraverso l'organizzazione del salone.
Ovvio che professionalmente non ho combinato niente, troppo acerba sotto tutti i punti di vista, ma mi sono innamorata dell'editoria francese.
Per certi versi quell'esperienza, per quanto magnifica, mi aveva molto demoralizzato: mi sono resa conto di quanto avessi ancora da imparare da un punto di vista tecnico ma anche, soprattutto, da un punto di vista umano. Non ero abbastanza sicura di me, dimostrava talento ma mi mancava il nervo.
Senza contare che non parlavo una parola di francese.

L'anno successivo tornai alla Fiera con un nuovo progetto e dopo aver fatto un corso per imparare un minimo la lingua.
Purtroppo però l'organizzazione del Salone non mi diede nessun appuntamento e partii per Parigi scoraggiata in partenza.
Una volta lì, mostrai la mia cartellina ad un solo editore al quale avevo avuto il coraggio di chiedere allo stand: responso positivo ma avrei potuto osare di più!!!

L'anno dopo ancora ero decisa ad impegnarmi: mi sono buttata, il mio francese era migliorato e ho mostrato la cartella a tutti gli editori che mi sembravano ADATTI al mio stile chiedendo allo stand direttamente, per quelli che non avevano tempo mi facevo dare l'indirizzo mail dell'art director.

Ciononostante, sia a Montreuil che a Bologna TUTTI mi dicevano che facevo bellissime tavole ma che non ero adatta alla loro linea editoriale, il progetto non funzionava, stili diversi mescolati etc... responsi che credo siano noti un pò a tutti.
Insomma, ero veramente stufa di non cavare un ragno dal buco e accumulai un livello di frustrazione non indifferente!

Col senno di poi però devo dire che non poteva essere altrimenti, effettivamente mi mancava ancora qualcosa.

Ora che ho finito il mio primo libro per il mio primo editore francese posso dire che per lavorare secondo me è necessario:

-Avere oggettivamente tavole coerenti tra loro, anche poche ma buone.
-Bisogna sapere le lingue, se volete lavorare con la Francia imparate il francese.
-Se presentate un progetto libro fate la maquette.
-Esponetevi: chiedete educatamente, senza insistere, o fatevi dare l'indirizzo mail di chi di dovere.
-Sfruttate il web per scovare nuovi editori.
-Lavorate nonostante tutto, senza se e senza ma. La manna dal cielo non tocca nessuno.
-Abbiate fiducia in voi stessi ma siate obiettivi.


 



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